L’Intelligenza Artificiale nel processo legislativo italiano: quali prospettive?

Introduzione

Negli ultimi anni, lo sviluppo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA) si è diffuso in quasi ogni settore e ciò ha causato un cambiamento anche nel modo in cui concepiamo la realtà, la quale è stata considerata una cosiddetta “infosfera”, ossia un ambiente o una realtà informativa (Floridi, 2017).

È affascinante infatti come, oggi, vari strumenti di IA possano non solo compiere azioni che normalmente sono svolte dalle persone, ma anche come siano stati implementati dei sistemi informatici in grado di elaborare testi con straordinario successo ed i quali spesso ottengono risultati indistinguibili da quelli prodotti dagli esseri umani (Floridi, 2023).

Tra le diverse questioni sollevate in ordine all’utilizzo delle nuove tecnologie, una molto spinosa afferisce alla possibile applicazione dei sistemi di IA nell’ambito del processo legislativo.

Non si tratta solo di un’idea, ma si disvela essere una sfida concreta che molti Paesi stanno cercando di affrontare e superare.

Nell’ottobre 2023, il consiglio comunale di Porto Alegre, in Brasile, ha approvato il primo progetto di legge generato da ChatGPT. Esso contiene una motivazione specifica ed è articolato in otto paragrafi sulla base dei quali si consente ai residenti della città brasiliana di sostituire i contatori dell’acqua in caso di furto. La cosa più rilevante è che è stato redatto in soli quindici secondi di tempo.

Negli Stati Uniti e in Costa Rica, alcuni senatori hanno utilizzato un chatbot per scrivere un progetto di legge per regolamentare i modelli di IA generativa (Pearson e Magalhaes, 2023).

In Messico, un senatore ha proposto l’elaborazione, con mezzi analoghi, di un progetto di legge sul benessere degli animali e la protezione dell’ambiente.

Ancora, anche in Italia, già nel maggio 2023, è stato proposto, attraverso un accordo di cooperazione interistituzionale tra l’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ed il Consorzio interuniversitario Cineca, un progetto denominato “Savia”, mirante ad effettuare una valutazione preventiva sulla qualità delle leggi a partire dalla consultazione semplice e veloce delle banche dati di leggi e atti regionali.

Gli interventi dell’Unione Europea

I detti esempi provano come in tutto il mondo – sebbene il tentativo non abbia dato ancora dei riscontri ufficiali – si stia pianificando, in maniera seria e tangibile, di utilizzare le nuove tecnologie generative anche nell’ambito del processo legislativo.

Ancor prima della diffusione di tali tecnologie nel contesto legislativo, l’Unione Europea – particolarmente attiva in materia di transizione tecnologica ed impiego dei nuovi sistemi di IA – mha preso posizione al fine di migliorare e digitalizzare questo processo; i programmi ISA e ISA2 ne sono un esempio.

Questi ultimi infatti durati rispettivamente fino al 2015 ed al 2020, avevano anche lo scopo precipuo di introdurre software open source per l’editing legislativo al fine di analizzare gli strumenti utilizzati dall’UE e dalle pubbliche amministrazioni degli Stati membri, dai parlamenti nazionali e dagli uffici di pubblicazione per creare e modificare i loro testi giuridici.

Nonostante l’esperirsi di tali primi interventi, non è stato previsto alcunché di specifico in materia dall’AI Act (Regolamento UE/2024/1689 del 13 marzo 2024), la prima legge al mondo sull’Intelligenza Artificiale, entrata in vigore lo scorso 2 agosto.

Pertanto, allo stato delle cose, nell’ipotesi dell’impiego di sistemi di IA nella produzione legislativa, andrebbe seguito l’approccio generale, disciplinato in sede europea, basato sul rischio che vede i detti sistemi generativi suddivisi in quattro categorie secondo la tipologia di rischio: rischio inaccettabile, rischio alto, rischio limitato e rischio basso.

Breviter, il rischio inaccettabile inerisce a quei sistemi che violano i valori fondamentali europei o i diritti umani e che dunque sono vietati all’interno dei confini dell’Unione (a titolo esemplificativo, si pensi ai programmi di identificazione biometrica in luoghi pubblici).

Il rischio alto afferisce ai sistemi che effettuano una identificazione biometrica e riconoscimento facciale, ovvero sistemi di valutazione del credito e scoring, chatbot medici, sistemi di guida autonoma, e che, pur non essendo vietati, devono rispettare standard elevati di sicurezza, affidabilità e trasparenza.

Il rischio limitato riguarda quei sistemi (come, per esempio, i chatbot) per cui sono previsti obblighi di trasparenza al sol fine di garantire agli utenti la consapevolezza del funzionamento del sistema di IA.

Infine, il rischio basso è riferibile a sistemi che hanno un impatto minimo o nullo sui diritti o la sicurezza delle persone e per cui non è prevista alcuna particolare forma di restrizione.

Le iniziative dell’Italia

Anche l’Italia ha iniziato a muovere i primi passi verso una legislazione targata IA in maniera ufficiale.

In primo luogo, il 23 aprile 2024, il nostro Governo ha approvato il DDL sull’Intelligenza Artificiale, il quale ha previsto, all’articolo 1, che l’Italia “promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne 1e opportunità”, aprendo quindi le porte alla transizione tecnologica ed all’impiego di eventuali nuovi strumenti caratterizzati dall’utilizzo di IA.

Quanto all’introduzione di questi sistemi di IA in Parlamento, in particolare, tra aprile 2023 e gennaio 2024, il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei Deputati ha condotto un’indagine conoscitiva mirata ed ha stilato un primo rapporto concernente le risultanze.

Nel dettaglio, ha indicato i principi base che gli strumenti di AI, da utilizzare in Parlamento, dovranno soddisfare per essere impiegati, tra cui quelli essenziali di trasparenza e di sicurezza.

Successivamente, la stessa Camera ha bandito la possibilità di inviare, entro il 31 maggio 2024, dei progetti il cui scopo dovrà essere quello di aiutare ad ottimizzare i tempi e a facilitare la consultazione dei lavori parlamentari con sistemi di IA generativa.

Inoltre, rileva che a tali progetti sarebbe dovuta essere allegata una dichiarazione che esplicitasse la necessità di osservare i diritti fondamentali ed il Regolamento europeo in materia di AI, nonché la legge sulla protezione dei dati personali e i principi contenuti nel rapporto del Comitato, cui è stato attribuito il compito di esaminare i prototipi sul piano qualitativo.

La valutazione dell’aspetto tecnico è stata invece affidata ad una specifica commissione tecnico-scientifica.

Tra le ventotto proposte progettuali provenienti da quindici università e centri di ricerca, sono stati individuati i tre progetti vincitori, ossia Legislab, GenAI4Lex e DepuChat, i quali, il 25 luglio scorso, presso la Camera dei Deputati, sono stati premiati.

In particolare, Legislab, presentata dal Politecnico di Milano e dall’Istituto Einaudi e destinata agli uffici della Camera, è una piattaforma per l’analisi della legislazione italiana e di supporto per il monitoraggio delle leggi.

GenAI4Lex, invece, sviluppato da un consorzio di università (Alma Mater Studiorum di Bologna, Luiss di Roma, Università di Torino) e CNR, è rivolto ai parlamentari e mira ad essere un supporto al drafting dei testi legislativi, all’analisi degli emendamenti e dei riferimenti normativi, e alla compliance del testo rispetto al quadro normativo preesistente.

DepuChat, infine, proposto dall’Università Roma Tre e dall’Università di Firenze, è un chatbot per interloquire con cittadine e cittadini e consente di scandagliare dati custoditi nei siti della Camera e di fornire agli utenti risposte a domande relative all’attività dei rappresentanti in Parlamento.

Conclusioni

È chiaro come la transizione tecnologica, che sta caratterizzando la nostra realtà, attualmente si stia diramando nei settori più disparati, offrendo prospettive sempre più innovative in contesti eterogenei ed effettuando il suo esordio anche nel contesto pubblicistico di diversi Stati.

In Italia, oltre al contesto della produzione legislativa, un caso ulteriore è rappresentato dalla espressa previsione, all’interno del nuovo Codice dei contratti pubblici (Decreto Legislativo n. 36 del 31 marzo 2023), della possibilità di introdurre sistemi di IA anche nella procedura riguardante la contrattazione pubblica.

L’articolo 30 prevede testualmente che “Per migliorare l’efficienza le stazioni appaltanti e gli enti concedenti provvedono, ove possibile, ad automatizzare le proprie attività ricorrendo a soluzioni tecnologiche, ivi incluse l’intelligenza artificiale e le tecnologie di registri distribuiti, nel rispetto delle specifiche disposizioni in materia”.

Insomma, le innovazioni tecnologiche stanno dando i loro frutti e si prospetta che, presto, esse finiranno per svolgere un ruolo fondamentale in qualsiasi contesto.

Lo stesso professor Luciano Floridi, Presidente della Commissione tecnica di valutazione delle proposte progettuali inviate alla Camera dei Deputati, in un videomessaggio rivolto alla stessa Camera, in occasione della cerimonia di premiazione dei progetti vincitori suindicati, ha sottolineato che “I progetti candidati erano tutti interessanti, alcuni addirittura visionari, e ci hanno fornito uno spaccato delle opportunità che l’Intelligenza artificiale generativa oggi offre nella gestione delle informazioni”.


Bibliografia essenziale

FLORIDI Luciano, La Quarta Rivoluzione. Come l’infosfera sta cambiando il mondo, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2017.

FLORIDI Luciano, AI as Agency Without Intelligence: on ChatGPT, Large Language Models, and Other Generative Models, in Philosophy & Technology (ISSN 2210-5441), Vol. 36, n. 1, 2023.

PEARSON Samantha, MAGALHAES Luciana, The City That’s Trying to Replace Politicians With Computers, in The Wall Street Journal (ISSN 2574-9579), 2023.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *