La Criminologia dei disastri si propone quale nuova branca della Criminologia investigativa. Intende affrontare, in chiave olistica, le sfide e le complessità connesse alla ricostruzione integrata dei fatti e delle dinamiche che conducono ai disastri.
La nozione giuridica di disastro è desumibile dall’analisi del Titolo VI del Codice penale che si occupa dei delitti contro l’incolumità pubblica.
Disastro è ogni incidente, di più o meno rilevante gravità, idoneo a cagionare danni estesi e complessi, talvolta particolarmente diffusivi, minando la vita, l’integrità fisica e la salute delle persone, e l’integrità materiale delle cose.
Il disastro può assumere, nella realtà, svariate forme. Si pensi all’incidente ferroviario o aereo, al naufragio, alla strage, alla frana, allo scoppio o al crollo di edificio, all’incendio, al disastro ambientale, e così via.
L’articolo 434 del Codice penale, collocato nel detto Titolo VI, in seguito a più specifiche previsioni normative, reca l’ulteriore ampio concetto di “disastro innominato“, sanzionando chiunque causi il crollo di edifici o altri eventi catastrofici non espressamente menzionati, con pene proporzionate alla gravità del pericolo per la pubblica incolumità.
La nozione di “altro evento catastrofico“, particolarmente discussa ed interpretata in ambito giuridico per la sua ampia portata, ha addirittura fatto sollevare questioni di legittimità costituzionale in ordine al principio di determinatezza del reato.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 230 del 1999, ha dunque chiarito che il disastro deve essere un evento di grande impatto e dannoso, con effetti tangibili e identificabili, che altera significativamente la realtà in modo rapido e riconoscibile.
Pertanto appare evidente che la casistica dei distastri ed eventi catastrofici concretamente verificabili si appalesa, potenzialmente, senza limiti.
Si pensi ai disastri che, con inopinato effetto domino, ne producono altri: tsunami che provoca crolli di immobili mal edificati, valanga a seguito di negligente attività antropica che conduce a inondazioni di melma e detriti, sinistro stradale tra veicoli che finiscono la loro corsa sopra una folla.
Ma vi sono anche tipologie di disastri che conseguono a reati permanenti o a quelli di vasta portata e ricaduta.
Nel 1990, Michael J. Linch coniò l’espressione green criminology per designare “l’insieme dei danni causati agli esseri viventi, attraverso la creazione di rischi ambientali a livello locale o globale, connessi a crimini d’impresa, ma anche a crimini statali, i cosiddetti White Collar Crimes”.
In tale ottica, la Criminologia dei disastri si pone come una disciplina il cui campo d’indagine è particolarmente esteso, che può toccare centri di interesse a tutti livelli e di ogni dimensione.
Viene in rilievo, in ogni caso, l’importanza di analizzare incidenti come eventi specifici, ma anche interconnessi, all’interno di un contesto più ampio che coinvolge fattori ambientali, tecnologici e umani.
Si pensi al tragico incidente aereo di Tenerife, nel 1977, in cui persero la vita 585 persone, tanto che, ad oggi, è considerato il più grave disastro della storia dell’aviazione civile.
Ebbene, un ritardo nell’imbarco di passeggeri su di un Boeing 747, poi autorizzato a decollare, unitamente alla ridotta visibilità per nebbia e alla contemporanea presenza, nello stesso tratto di pista, di altro aeromobile, dello stesso modello, in partenza, condusse al terribile crash.
Evidente una compresenza di fattori a determinare il disastro.
Ovviamente, ciascuno dei tre fattori, nella realta delle cose che accadono, può essere costituito da un mare magnum di casi concreti.
Tra quelli umani, vi è una vasta ed eterogene gamma di fatti, circostanze accessorie e reati.
Si va dai reati colposi (errore umano) a quelli dolosi, dai delitti della microcriminalità a quelli della criminalità organizzata, dalle decisioni politiche ed economiche da parte delle istituzioni, sino alle circostanze meramente casuali frutto di scelte individuali, lecite nella forma, ma talvolta pericolose nella sostanza.
L’intreccio tra criminologia, diritto e tecniche investigative rivela la necessità di un approccio multidisciplinare
che possa garantire il rigore e la validità delle pratiche di ricostruzione degli eventi, frutto di meccanismi eziologici ed interrelazioni visibili e talvolta meno visibili, diretti e indiretti, immediati e mediati.
D’altronde, la capacità di attribuire responsabilità e di analizzare le cause scatenanti diventa fondamentale per il raggiungimento di una giustizia effettivamente equa, laddove l’indagine non si limita a un semplice esercizio tecnico, ma si trasforma in un processo complesso che richiede una meticolosa attenzione al contesto, alle interazioni e al dettaglio, in una sorta di zoom continuo e calibrato, e una collaborazione sinergica tra esperti di diverse discipline.
In tale ottica, si delineano processi strutturati che, talvolta partono dall’analisi documentale passando poi all’ispezione del luogo teatro del disastro fino alla ricostruzione dinamica delle circostanze pre-impatto o pre-disastro, talaltra operano all’inverso secondo le necessità del caso concreto, talaltra ancora comportano un’osservazione e indagini particolarmente durature nel tempo.
Strumenti innovativi, come la scansione tridimensionale e l’uso di simulatori avanzati, arricchiscono l’analisi tradizionale, garantendo una comprensione più profonda delle evidenze e delle circostanze.
La Criminologia dei disastri non solo amplia la sfera di applicazione della Criminologia, ma si propone come uno fonte metodologica chiave nelle indagini di sinistri di qualsiasi natura, contribuendo a costruire un solido ponte tra la sicurezza pubblica e l’effettiva giustizia sociale.
Andando ancor più nello specifico, la Criminologia dei disastri, come branca della Criminologia investigativa, applicata, ad esempio, alla ricostruzione degli incidenti stradali, ferroviari, nautici e aerei, e in genere di tutti gli accadimenti che possano condurre a disastri legati ai trasporti, rappresenta una nuova frontiera dell’analisi forense, creando un legame fondamentale tra la stessa criminologia, da un lato, e il diritto, l’ingegneria fosense, la scienza e le tecniche delle investigazioni, dall’altro.
L’approccio multidisciplinare agli eventi complessi studiati conduce a una visione olistica della corretta ricostruzione degli eventi catastrofici.
Non tutto è semplice e lineare. Anzi, spesso gli eventi sono frutto di passaggi causali criptici e latenti, o la cui interpretazione richiede tempo, competenze varie e distanti tra loro, riscontri step by step particolarmente numerosi ed acume non comune.
A titolo meramente esemplificativo, si consideri dunque la ricostruzione di un sinistro stradale che, seppur tra le ricostruzioni meno complesse, può comunque recare in sè insospettabili insidie e difficoltà talvolta di complicata soluzione.
L’attenzione al dettaglio (posizione dei veicoli e segni sull’asfalto) riveste un’importanza spesso cruciale nella ricostruzione della dinamica e nell’eziologia dei danni, così come l’esame della condotta di guida e delle condizioni ambientali.
Le metodologie di ricostruzione, che spaziano da approcci tradizionali a quelli innovativi, esplicano al meglio la loro efficacia quando si uniscono alla criminologia.
Mentre i metodi manuali hanno rappresentato una prassi consolidata, l’adozione di simulatori avanzati offre previsioni più precise, facilitando una comprensione profonda degli eventi antecedenti l’impatto.
L’intersezione tra criminologia, diritto,
investigazione e ricostruzione degli incidenti stradali non migliora solo l’efficienza delle pratiche investigative,
ma promuove effettivamente anche l’integrazione della sicurezza stradale con l’equità sociale.
La sinergia tra esperti, provenienti da diverse discipline, conduce a conclusioni fondate non su congetture e supposizioni, ma su dati tangibili.
Anche la ricostruzione di un semplice sinistro stradale è spesso complessa, perchè frutto dell’interazione di più variabili: un processo articolato che richiede rigore scientifico e un’analisi
attenta di tutte le variabili (velocità, piano stradale, meteo, condizione dei veicoli, stato dei conducenti, distrazioni, elementi esterni disturbatori, e l’elenco può proseguire ancora).
La collaborazione tra professionisti di diversi settori permette di affrontare con successo le incertezze e le variabili coinvolte, garantendo investigazioni accurate ed efficaci, minimizzando il rischio di errori tecnici e giudiziari e assicurando giustizia alle vittime.
La giustizia non può prescindere da una comprensione approfondita delle circostanze che portano ai disastri.
Sotto il profilo epistemologico, implementazione della Criminologia dei disastri appare essenziale per assicurare metodologicamente un adeguato coordinamento delle discipline coinvolte per conseguire la conoscenza scientifica di un dato fatto e per garantire che le indagini siano condotte in modo integrato e multidisciplinare, rispondendo a una crescente esigenza olistica, in un mondo sempre più complesso, connesso ed in continua evoluzione.
In conclusione, l’approccio suindicato rappresenta un significativo avanzamento nell’ambito della Criminologia investigativa, creando un quadro integrato per la ricostruzione dei disatro in ogni ambito, in primis ai fini dell’inviduazione di autori e regime di colpevolezza (colpa o dolo).
Non si tratta di un discoso meramente astratto ed accademico, ma si rivela essere la base metodologica per garantire un’adeguata gestione degli incidenti e per perseguire una giustizia che possa veramente rispondere alle esigenze della collettività.
Solo attraverso una collaborazione continua tra le diverse professionalità coinvolte, sotto l’egida metodologica della Criminologia dei disastri, si appelesa possibile affrontare, con successo, le incertezze insite nei sinistri e garantire la protezione dei diritti dei soggetti lesi.
L’impegno a migliorare le pratiche investigative e a promuovere la sicurezza pubblica, con un focus particolare sulla formazione intersettoriale, costituirà il pilastro fondamentale per la costruzione di una società più sicura e giusta nei confronti delle future sfide che la Criminologia dei disastri potrà, in una prospettiva olistica, affrontare con efficacia.
Dott.ssa Vittoria Petrolo